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Museo Paleontologico di Roncu00e0

Geologia

Geologia-300Il territorio comunale di Ronca' è prevalentemente inciso nelle rocce vulcaniche e sedimentarie marine dell'Era Cenozoica ed in particolare in quelle dell'Eocene.



Eocene, dal greco "alba nuova", fa riferimento alla nuova alba dei mammiferi che in tale epoca si espansero.

Fra questi mammiferi ci sono i Sirenidi di cui alcuni scheletri sono stati rinvenuti nel Monte Duello.



Nel Cenozoico si formarono le gradi catene montuose attuali delle Alpi e degli Appenini come risultato delle collisioni tra i continenti.



Questa era geologica è caratterizzata da due importanti eventi:


1) L'emersione del Continente europeo separato dall'Africa dal mare della Tedide.


2) Scomparsa delle Ammoniti e dei Dinosauri (fine del Cretaceo) e grande sviluppo dei Molluschi e dei Mammiferi.




Nel tardo Eocene, il territorio di Roncà si trovava molto probabilmente lungo la linea di costa che proseguiva verso est in direzione di Arzignano e Montecchio Maggiore.


A sud si estendeva un basso fondale marino mentre a nord erano presenti aree continentali con ambienti lagunari e lacustri.


Il Clima era simile a quello delle attuali aree Tropicali e Sub-Tropicali. 

Orizzonte di Ronca'

pg-Orizzonte-Ronca-300-laguneL'Orizzonte geologico di Roncà è legato ai depositi marini del tardo Eocene, ovvero risalenti a circa 40 milioni di anni fa.

A quel tempo la zona si presentava come un ambiente costiero sub-tropicale dominato dall'antico mare della Tetide e da un maestoso complesso vulcanico attivo costituito dai rilievi che oggi si riconoscono nel  Monte Calvarina, il Monte Crocetta e il Monte Duello.

Il normale processo di sedimentazione carbonatica marina veniva spesso interrotto da frequenti eruzioni vulcaniche con produzione di grandi quantità di magmi basaltici.

I prodotti dell'attività esplosiva dei vulcani si depositavano sulle terre emerse e sui fondali marini dove ricoprivano gli organismi presenti dando origine a una roccia localmente nota come " Orizzonte di Roncà". Questo deposito è ricco di resti di Bivalvi e Gasteropodi.

Studi Paleontologici

 pg-Storia-Alberto-Fortis-300Lo studio delle associazioni faunistiche e floristiche, unitamente a quello sedimentologico effettuati in occasione dei recenti scavi paleontologici, hanno fornito ulteriori elementi per ricostruire l’antico ambiente in cui si è depositato l’Orizzonte di Roncà.

Le notizie storiche più antiche dell'orizzonte si devono all'abate agostiniano di Arzignano Alberto Fortis, che nel 1776 si trovava a visitare il capoluogo comunale.
Egli, nel 1778 pubblicò a Venezia una memoria paleontologica dal titolo “Della valle vulcano-marina di Roncà nel territorio veronese”.

Qualche cenno sul giacimento fossilifero sembra risalire già alla fine del '600, quando il vescovo astigiano Simone Maioli scrisse in un volume di oltre mille pagine alcuni appunti sui tufi fossiliferi di Roncà.

  Successivamente, Alessandro Brongniart, in un lavoro pubblicato nel 1823, descrive e raffigura una sezione geologica della Val Nera (attualmente nota come Valle della Chiesa).

Nel 1873 anche Stoppiani descrive l’antico ambiente di Roncà: “ …Qué tufi basaltici alternano con ligniti non altro che torbe di antiche lagune, abitate da conchiglie d’acqua dolce, da tartarughe, da coccodrilli e cinte di basse terre ove si addensavano foreste di palme … ”.

Nel corso del tempo vi furono altri  studiosi, come F. Bayan, P. Vinassa de Regny e A. De Gregorio che si interessarono di Roncà.
Quest’ultimo, pubblicò nel 1896 un’importante opera dal titolo “Monografia della fauna fossile di Roncà” e raccolse numerosissimi esemplari fossili della fauna e della flora del giacimento.
Si tratta della più completa monografia sull’Orizzonte di Roncà.

I primi studi geologici condotti con una metodologia scientifica moderna sono di Ramiro Fabiani.
I risultati delle sue ricerche sono stati raccolti nella monografia “Il Paleogene del Veneto”.

Più recentemente, altri studiosi hanno proseguito le ricerche sull’Orizzonte di Roncà.
Si tratta di L. Hottinger e Schaub (anni ’60), G. Piccoli (1966), V. De Zanche e T. Conterno (1972) e, per ultimo A. Mellini con una monografia.

Monte Calvarina

Monte-carlvarino-300Il Monte Calvarina, assieme al Monte Crocetta costituivano un maestoso complesso vulcanico attivo che emergeva dall'antico mare della Tetide.

Nel tardo Eocene medio, circa 40 milioni di anni fa, le eruzioni subaeree di natura basaltica raggiunsero la loro massima diffusione; successivamente l'attività diminuì fino ad estinguersi completamente.

Tutt'oggi, il Monte Calvarina è uno dei maggiori edifici vulcanici subaerei del Veronese che testimonia l'importante attività vulcanica avvenuta nel Cenozoico.

Probabilmente, la forma e l'altezza dell'edificio vulcanico di 40 milioni di anni fa, erano molto diverse da quelle che osserviamo oggi, a causa di una pronunciata e continua erosione ad opera degli agenti atmosferici.

Inoltre, l'edificio vulcanico è un caratteristico strato-vulcano a forma conica simile all'attuale Etna, costituito da lave e tufi.

Le lave mostrano il fenomeno della granulazione di tipo vetroso (ialoclastiti), che avviene quando la massa rovente è raffreddata in modo improvviso dall’acqua con cui viene a contatto.

I prodotti vulcanici possono, talvolta, presentare una stratificazione dovuta al rimaneggiamento operato da onde e correnti.

Monte Duello

  Monte-duello-300Il Monte Duello (o Zuello), noto rilievo per il suo  giacimento  fossilifero a mammiferi marini, si trova ad occidente del capoluogo. 


 
Sul versante occidentale del monte affiorano rocce basaltiche all'interno delle quali sono intercalati strati calcarei dell'Eocene medio che verso l'alto diventano sempre più arenacei. 



Negli strati calcarei si rinvengono numerose nummuliti che, risultano sempre meno frequenti fino a scomparire in quelli arenacei, dove, invece, si trovano fossili di pesci, rettili, mammiferi acquatici e di uccelli.



La presenza di questi organismi ci permette di ipotizzare che l'antico ambiente marino-salmastro sia gradualmente passato a condizioni di palude e di terraferma.



Sul Monte Duello, nella seconda metà dell'800, è stato scoperto uno scheletro quasi completo di Prototherium veronense, un mammifero marino molto simile agli attuali dugonghi.



Inoltre, sono state rinvenute alcune vertebre isolate di un grande serpente (Paleophis oweni), resti di tartaruga (Trionyx capellinii) e un bellissimo cranio di coccodrillo con mandibola, lungo 62 cm, attribuito a Megadontosuchus arduini.


L’esemplare ricorda gli attuali gaviali, coccodrilli di fiume dal muso lungo e stretto che vivono nelle aree tropicali.


Tetide

  pg-TETIDE-300L'oceano Tetide o semplicemente Tetide, era un braccio di mare disposto in senso Est-Ovest che, nel lontano passato separava l'Africa settentrionale dall'Europa e dall'Asia.



L'apertura dell'Oceano Tetide avvenne circa 250 milioni di anni fa, tra il Permiano ed il Triassico inferiore e portò alla separazione del blocco continentale settentrionale (Laurasia) de quello meridionale (Gondwana). 

L'allontanamento di questi due vasti continenti della Pangea proseguì fino al Giurassico, quando i movimenti delle placche tettoniche si invertirono ed iniziò una contrazione dell'Oceano Tetide.



Il movimento dell'Africa era solidale con quello della placca adriatica. 
La collisione della placca adriatica con il continente europeo chiuse la Tetide nella regione centrale del Mediterraneo, dando origine alla catena montuosa delle Alpi (orogenesi alpina).

A completare la chiusura della Tetide, l'India, staccatasi dal continente meridionale di Gondwana durante il Giurassico, si scontrò con l'Asia dando origine alla catena himalayana.

MUSEO PALEONTOLOGICO di RONCA'     -      37030 - Ronca' (Verona)  Via Garibaldi n 1
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Sig GIANCARLO TESSARI al numero:  +39 335 607 4811   e-mail: tessari.museo@gmail.com
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